Per trovare le prime tracce del popolo
che abitò in Cadore prima dei Romani,secondo quanto riferiscono
fonti greche e latine, è necessario spostarsi in Paflagonia, terra
che si affaccia sul Mar Nero nella zona settentrionale dell'attuale
Turchia.
I paflagoni furono impegnati nella guerra di Troia contro i Greci, guidati dal loro re Pilemene che morì in Guerra. Sconfitti tornarono in patria ma la trovarono occupata da altre genti; elessero allora un nuovo capo, Antenore,e, preso il nome di Veneti, si misero in viaggio per nuove terre.
Sempre secondo le fonti, essi
attraversarono il Mar Egeo e risalirono il Mar Adriatico, accolti
alla fine del loro viaggio, dalle terre della Laguna Veneta.
Nel corso dei secoli, i Veneti, che
avevano prodotto una splendida ed opulenta civiltà nel sud della
regione,estesero i propri confini verso nord, utilizzando le
importanti vie di collegamento costituite dai grandi fiumi: il Piave,
l'Adige, il Brenta, l'Isonzo ed il Tagliamento.
Nel periodo di massima espansione, la
regione veneta si calcola avesse un'estensione superiore all'area
occupata oggi dalle Tre Venezie.
A partire dal IV secolo a.C., i Veneti
cominciarono a risentire di influssi celtici: diverse tribù galliche
andavano infatti stanziandosi stabilmente sui confini dei loro
territori. Pur autonomo culturalmente, il popolo veneto si dimostrò
aperto e disponibile allo scambio con i suoi vicini, con i quali
sembra aver intrattenuto rapporti amichevoli per lungo tempo.
Altrettanto graduale e pacifico è il
passaggio alla civiltà romana, a qualche città venne concesso il
diritto latino e poi quello romano;alcuni antichi centri paleoveneti
divennero municipi, altri colonie.
Gradualmente le iscrizioni acquisirono
grafia e lingua latina e si accolse la monetazione romana.
La zona di làgole aveva restituito
alcuni oggetti bronzei di un certo pregio attraverso rinvenimenti
occasionali già a partire dalla fine dell'Ottocento e fino alla metà
del novecento; tra tutti valga l'esempio della situla con iscrizione
in lingua venetica rinvenuta nel 1914 nei pressi della stazione
ferroviaria di Calalzo.
Tra il 1947 e il 1949 vennero alla luce
numerosi manici di simpulum bronzei con iscrizioni e monete romane di
bronzo, rame e argento.
Successivamente negli scavi organizzati
nel 1949 e nei primi mesi del 1950, sono stati ritrovati alcuni
bronzetti con figurazioni di animali e di guerrieri, manici di
simpulum, lamine lavorate a sbalzo, vari manufatti di bronzo e
numerose monete.
A partire dal 1950, con l'intervento
della Soprintendenza delle Antichità di Padova, venne alla luce la
maggior parte degli ex-voto lagoliani:vari manici di simpulum, fibule
di diversa foggia, frammenti di lamina lavorata a sbalzo, coltelli,
monete, tintinnabula da montone ed altri.